martedì 31 maggio 2011

I protagonisti: A.Secchi

Angelo Secchi (1818 – 1878) fu un gesuita ed un astronomo italiano noto per aver classificato per primo le stelle in classi spettrali. Il suo nome però può essere accostato ad un interessante strumento utilizzato per misurare la trasparenza dell'acqua, ad esempio in un lago o in un fiume. Il disco di Secchi si chiama così poichè l'abate fu il primo ad utilizzarlo nel 1865 durante una crociera nel Mediterraneo della pirocorvetta Immacolata Concezione dello Stato Pontificio.
Ne esistono di diversi tipi, ma il funzionamento è sempre lo stesso: di colore bianco (o a quadranti bianchi e neri), il disco viene collegato ad una corda metrata ed immerso nell'acqua; la trasparenza di essa è definita come la profondità a cui non è più visibile il disco dalla superficie.

I protagonisti: M. Faraday

Michael Faraday (1791- 1867) nel 1831 cominciò i suoi numerosi esperimenti sull'elettromagnetismo, grazie ai quali scoprì il fenomeno dell'induzione magnetica: se una carica elettrica in movimento può generare un campo magnetico, allora anche la variazione di un campo magnetico può generare corrente elettrica in un circuito.
Strumento fondamentale per l'elaborazione di tali risultati fu il motore omopolare, noto anche con il nome di Disco di Faraday.
Nel video si può osservare il fenomeno scoperto dal fisico britannico, ottenuto ruotando il disco attorno al proprio asse.

Il disco di Eulero


Ecco un simpatico "giocattolo scientifico" inventato da Joe Bendik e noto con il nome di "Disco di Eulero". Viene usato come esempio di sistema dinamico e la spiegazione fisica del fenomeno è decisamente complessa.

I protagonisti: I.Newton

Isaac Newton (1642-1727) nel 1718 pubblica il trattato "Opticks, a treatise of the reflections, refractions, inflections and colours of light". In esso egli espone i suoi studi sulla luce e sui colori: la luce non è omogenea, ma composta da molteplici raggi aventi ognuno una diversa rifrattività. I numerosi esperimenti effettuati sulla scomposizione della luce attraverso un prisma evidenziano come ciascun raggio sia caratterizzato da un colore ben preciso. L'occhio umano tuttavia, quando tali raggi sono uniti a formare il raggio luminoso, non riesce a percepire lo stesso colore che percepirebbe qualora fossero separati.

Il disco di Newton (a pag 168, fig.11, del trattato se ne può vedere un disegno) è uno strumento di facilissima realizzazione che permette di effettuare un'ulteriore dimostrazione di questa teoria: ponendolo in rotazione, si può osservare come componendo i colori primari (rosso, verde e blu) e le loro combinazioni si ottenga proprio il colore bianco (esperimento inverso a quello del prisma).

I protagonisti: L. B. Alberti


Leon Battista Alberti (1404-1472), intorno al 1467, descrisse nel De Cifris questo strumento, chiamato disco cifrante, che rappresenta il primo sistema di cifratura polialfabetica. L'uso è assai complesso, ma proprio per questo rappresenta una delle forme più sicure di cifratura.

mercoledì 11 maggio 2011

Il disco nelle vetrate medievali

Una delle vetrate della navata
della cattedrale di Friburgo in Brisgovia

Nel XI secolo, nel De diversis artibus, il monaco Teofilo descrive la lavorazione del vetro per la realizzazione delle grandi vetrate delle cattredrali gotiche. Come si può vedere da queste immagini, il vetro, dopo essere stato fuso in fornaci simili a quelle per la fusione dei metalli, viene lavorato per centrifugazione e soffiatura sino ad assumere la forma di un disco. I diversi dischi di vetro colorato (o frammenti di essi) vengono quindi saldati mediante piombatura a formare le ampie e stupende vetrate che caratterizzano le cattedrali gotiche. Non a caso, in tedesco la lastra di vetro è chiamata Scheibe, che significa appunto disco.

Rosone della cattedrale di Chartres (particolare)

lunedì 9 maggio 2011

Il disco negli articoli

Ecco un articolo comparso sull'inserto de "La Stampa", "Tuttoscienze", l'8 marzo 2000

Un simbolo di innovazione


È senza dubbio una delle maggiori innovazioni tecnologiche dell’ultimi decenni: il CD, sigla per Compact Disk, ha rivoluzionato il mondo della musica e dell’informatica grazie alla capacità di memorizzare una gran quantità di dati.

venerdì 6 maggio 2011

Il disco nei fumetti


In questa striscia del 1952 si può vedere uno strumento assai diffuso all’epoca: il grammofono, che, a partire dal 1870 fino agli anni ottanta del ‘900, permetteva di registrare suoni ma soprattutto di riprodurre i brani incisi sui dischi in vinile.

giovedì 5 maggio 2011

Il disco nei libri


P.Luigi Mariotti, Il Disco di Festos : L’Autore Libri Firenze, 2006.

Ecco un saggio pubblicato nel 2006 da Pier Luigi Mariotti circa il famoso reperto cretese che prende il nome dalla città in cui è stato rinvenuto. Nel saggio viene avanzata la tesi che esso possa rappresentare un calendario, il primo che si conosca dell’area egea.

mercoledì 4 maggio 2011

Il disco nel cinema


Film di fantascienza del 1996, diretto da Roland Emmerich.

Nella locandina di questo film si vede un enorme disco volante: veicolo aereo o spaziale appiattito e di forma circolare, è spesso associato all'idea di forme di vita extraterrestre.

Il disco nei francobolli


Questo francobollo, emesso il 24 novembre 1970 in Italia, celebra il completamento della rete telefonica telesettiva e sullo sfondo si può vedere un disco telefonico, che, nei telefoni più datati, permetteva di comporre il numero da chiamare.

Il disco nell'arte


La statua del Discobolo, realizzata nel 455 a.C. da Mirone e conservata al Museo Nazionale Romano, Roma (copia dell'originale in bronzo, oggi andato perduto), raffigura l’atleta nell'atto del lancio del disco. Questa è una disciplina dell'atletica leggera in cui l'atleta deve lanciare il più lontano possibile un oggetto di forma lenticolare, generalmente di legno con un'anima di metallo, detto appunto disco.

Ecco invece due prodotti dell'arte astratta:


Kupka Frantisek, Dischi di Newton (Studio per 'Fuga in due colori'), 1912,
Filadelfia, Philadelphia Museum of Art.


Robert Delaunay, Primo disco simultaneo, 1912, Meriden (USA), Collezione privata.

lunedì 2 maggio 2011

Il Disco di Nebra


Questa è la più antica rappresentazione della volta celeste che si conosca. Il Disco di Nebra, così chiamato dal nome della cittadina tedesca vicino alla quale è stata ritrovata – è una lastra metallica con applicazioni in oro risalente all'Età del Bronzo e raffigura chiaramente alcuni fenomeni astronomici: il Sole, la Luna e le stelle, ed è ricco di simboli di impronta religiosa. Alcuni archeologi pensano che sia una specie di “calendario astronomico” portatile: le due linee curve alle estremità infatti indicherebbero il percorso che fa il sole alla latitudine corrispondente alla città di Nebra, tra l'estate e l'inverno. In alto a destra tra la Luna e il Sole, l'ammasso di sette "placchette" rappresenta secondo qualche esperto le Pleiadi.
Il disco è stato rinvenuto nell'estate del 1999 da alcuni saccheggiatori di tombe e costituisce senza dubbio uno delle maggiori ritrovamenti archeologici del XX secolo.